La batteria

Pubblicato il da gadamanto

La batteria è uno strumento essenziale in una band, non solo rock. Ne esistono vari tipi, di varie marche. Per prima cosa, voglio citare un po di storia dello strumento.

Storia
L'origine della batteria risale alla seconda metà del 1800, anche se i singoli tamburi esistevano già da tempo. Nei primi tempi, ogni singolo tamburo era suonato da una singola persona. In seguito, per problemi di spazio, nasce l'esigenza di assemblare i tamburi. Ad esempio su un palco di un bar vi era poco spazio e tutte qulle persone per mantenere un tamburo a testa erano un po troppe. Ai tamburi, in seguito vennero affiancati i piatti, per contrappore un suono più acuto a quello grave dei tamburi.


Fabbricazione dei tamburi
L'elemento più usato per costruire una batteria è il legno. Il rullante può essere anche fabbricato in metallo.
Le tipologie di realizzazione principali sono le seguenti:

  • Fusti multistrato piegati a caldo: è il tipo di lavorazione più largamente utilizzato per la realizzazione delle batterie, in quanto la lavorazione del legno multistrato è la più semplice. Con questi fusti si realizzano batterie dalle più economiche alle più costose, quello che fa la differenza è il legno usato per i vari strati. Generalmente nelle batterie economiche gli strati più esterni sono costituiti da legni truciolati o compensati e il più interno è un foglio unico di legno. Nei modelli di tamburi leggermente migliori lo strato più interno è costituito da un foglio di acero, in quelle professionali tutti gli strati sono dello stesso tipo di legno (in generale si usa l'acero) fra quelli sovracitati.
  • Fusti a doghe in legno massello: sono fusti ottenuti accostando e incollando fra loro delle doghe rettangolari (o meglio, trapezioidali) di legno massello in modo da formare un cilindro. È il modo più usato per costruire batterie in legno massello ed ha dei pro e dei contro: a favore c'è il fatto che il tamburo sarà realizzato appunto in legno massello, quindi il legno suonerà in modo più armonico e caldo, di contro c'è il fatto che la costruzione a doghe è molto sensibile alle variazioni di temperatura, quindi dopo qualche anno il tamburo a doghe, tipicamente timpano o grancassa può scollarsi se sottoposto a grosse variazioni termiche e di umidità.
  • Fusti in legno massello piegati a vapore (steam bent shell): è la modalità principale con cui si realizzano tamburi, tipicamente rullanti, in legno massello. Si usa un foglio unico di legno stagionato, di spessore circa pari a quello di un legno multistrato, lo si piega a caldo/vapore attorno ad una forma cilindrica e lo si lascia per un certo tempo, così da realizzare un fusto cilindrico.
  • fusti in legno massello scavati (solid shell): sono ottenuti da una sezione di tronco d'albero scavata e lucidata internamente ed esternamente per ottenere un tamburo dal suono caldo, potente e profondo, corposo e risonante, per soddisfare le esigenze dei batteristi e percussionisti più incontentabili. Solo alcune marche di nicchia usano questo tipo di realizzazione, e ne producono pochi pezzi su ordinazione per facoltosi ed esigenti musicisti. Unico neo di queste batterie è il loro peso.
  • Fusti in metallo: i fusti in metallo sono molto usati per la fabbricazione dei rullanti, per il loro suono squillante, profondo e risonante. Di solito si usano i metalli sovracitati, ma a volte anche leghe metalliche ottenute dalla collaborazione delle ditte costruttrici di tamburi con ditte costruttrici di piatti. Esistono anche modelli di batterie completamente in metallo , ma non sono più in commercio dagli anni '80.

La batteria può essere configurata a piacere di chi la deve suonare.  Ai componenti principalim, se ne possono aggiungere altri, ad esempio la doppia carcassa, il doopio pedala. 

Per suonare una batteria di solito si usano delle bacchette, ma si possono utilizzare anche spazzole, mani, rods, ecc. La punta delle bacchette può essere sferica, ovale, conica o cilindrica. La lunghezza è di solito di 40 centimetri. I modelli di bacchetti più usati sono:

  •  
    • 5A: le più usate, sono bacchette molto versatili e si possono usare per tutti i generi musicali. Sono bilanciate al centro.
    • 5B: un po' più spesse delle 5A, usate per il rock e pop. Sono bilanciate al centro.
    • 7A: bacchette molto leggere, usate tipicamente per suonare per il jazz, in generale favoriscono l'esecuzione a volume basso. Sono bilanciate al centro.
    • 2B: bacchette molto pesanti, usate per l'hard rock. Sono bilanciate al centro.
    • 8D: bacchette per il jazz, abbastanza pesanti, ma bilanciate in coda.

Accordatura del tom e timpano

Dopo aver svitato le viti che reggono i cerchi tendipelle del tom, posizionare la nuova pelle e reinserire il cerchio nella sua posizione originale. Avvitare tutte le viti in modo tale che tocchino appena il cerchio, per il momento, senza ancora stringerle. Ora inserire la chiavetta su una vite e dare un giro completo, poi uno alla vite diametralmente opposta. Dare ora un giro alla coppia di viti diametralmente opposta alla coppia appena avvitata. Ripetere il procedimento per tutte le coppie di viti del tamburo avendo cura di tirare coppie di viti le più "distanti" possibile fra di loro, fino ad avvitarle tutte. Continuare a tendere la pelle (con passi di un giro, 1/2 giro o 1/4 di giro a seconda della tensione a cui si arriva) seguendo lo stesso ordine usato per il primo giro, fino ad arrivare ad una tensione media.

Durante questo procedimento si devono controllare contemporaneamente due cose:

  1. la nota di risonanza del tamburo;
  2. se la pelle è tesa in maniera uniforme.

Per la prima bisogna tamburellare il centro esatto della pelle con una bacchetta o con un dito per verificare il volume del tamburo; per la seconda, si deve tamburellare con una bacchetta o con un dito a circa 2 - 3 centimetri dalla vite del cerchio col procedimento detto precedentemente delle viti opposte: controllare prima la pelle in corrispondenza di una vite e immediatamente quella diametralmente opposta. L'accordatura sarà raggiunta non appena la risonanza sarà elevata (cioè se la nota emessa è lunga - punto 1), e la pelle in corrispondenza di tutte le viti emette lo stesso suono.


Accordatura del rullante

Il rullante è il tamburo più difficile da accordare, poiché ogni rullante ha una sua personalità, ma anche ogni batterista. Per conciliare le due si può dire che il rullante non ha una accordatura "definitiva", ma dipende dall'ambiente in cui si suona, dal genere, dal groove che si vuole dare al pezzo da suonare, e anche dall'umore del batterista.

In generale l'accordatura del rullante segue i passi di quella per il tom/timpano, ma con i seguenti accorgimenti:

  1. I giri di vite per accordare il rullante non sono più da riferire solo a 1/2 giro o 1/4 di giro, ma anche a piccole frazioni di essi.
  2. per un suono più ricco di armonici bisogna tendere leggermante di più la pelle risonante (ex: musica funky/jazz)
  3. per un suono più profondo tendere di meno quest'ultima (ex: musica rock).
  4. per un rullante più sensibile tendere leggermente la pelle battente: in questo modo la cordiera suonerà prima (ex: musica jazz).
  5. per un rullante meno sensibile rilasciare leggermente la pelle battente: in questo modo la cordiera suonerà con un leggero ritardo e con colpi più forti (ex pop anni '80/rock)

Un modo utile per vedere se la pelle del rullante che state suonando o accordando è tesa in maniera uniforme e quella di tamburellare con una bacchetta vicino ai tiranti del rullante, il tamburellamento deve essere eseguito dando leggeri colpi sulla pelle alla stessa distanza dal tirante e dal centro del rullante, per tutti i tiranti: se il suono vicino a tutti i tiranti è simile allora la pelle è ben tesa e non ci saranno problemi nel continuare con l'accordatura.

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B
<br /> che bella batteria<br /> <br /> <br />
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